Dopo quello del Museo Nazionale di Napoli, è la più ricca raccolta di epigrafi dell’agro campano. Il nucleo principale si deve al grande archeologo tedesco Teodoro Mommsen che lo catalogò nel 1873 mentre attendeva alla compilazione del Corpus Inscriptionum Latinarum. Già nel 1844, nel suo primo viaggio in Italia e nella nostra Provincia, ne aveva rilevato la somma importanza poiché attraverso quelle opere era possibile ricostruire, ed anzi svelare, gran parte della vicenda della nostra terra.